C’è un momento dell’anno, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, in cui la natura abruzzese sembra voler fare un inchino alla bellezza assoluta. Un momento breve, quasi rubato al tempo, in cui i prati si accendono di luce propria. Succede a Decontra, una piccola frazione incastonata nel cuore del Parco Nazionale della Majella, nel comune di Caramanico Terme (PE). Qui, la primavera si manifesta con una semplicità sfolgorante: un campo vestito interamente di giallo splendente, come se il sole avesse deciso di posarsi a terra, diffondendo calore e meraviglia. Le foto sono di Marydig Basile.
Il protagonista di questo miracolo è il fiore più umile e più gioioso: il tarassaco, che con la sua veste dorata ricopre le colline dolci e ondulate che abbracciano il borgo. Migliaia, milioni di piccoli soli sbocciati uno accanto all’altro, che ondeggiano sotto la brezza come un mare vegetale. L’aria è intrisa di profumo erbaceo, fresco, e al tempo stesso dolce, che risveglia i sensi e accarezza la memoria. Un profumo che sa di libertà, di infanzia, di risvegli lenti e mattine luminose.
A Decontra, ogni dettaglio sembra in perfetto equilibrio con questo manto dorato. I muretti a secco delimitano antichi sentieri, le case in pietra conservano il calore delle storie contadine, e sullo sfondo, la Majella madre veglia silenziosa, austera e protettiva. In lontananza, si sentono le campane di qualche gregge, il fruscio degli alberi appena fioriti, e il canto incessante delle allodole che disegnano cerchi nel cielo.
Non è solo un paesaggio da ammirare: è un’emozione da vivere. Camminare in mezzo a quel giallo abbagliante è come entrare in un dipinto impressionista, dove la natura non è semplice cornice ma voce narrante. Ogni passo affonda nella morbidezza dell’erba, e ogni sguardo trova rifugio nel colore. Qui il tempo sembra rallentare, invitando alla contemplazione, al silenzio interiore, alla gratitudine.
Chi visita Decontra in questo periodo non dimentica facilmente l’incanto di quel campo. È un piccolo angolo d’Abruzzo che parla di pace, di bellezza autentica, di una primavera che non ha bisogno di artifici per commuovere. Basta poco: un sentiero, un cielo terso, e quel manto giallo che brilla come oro sotto il sole. Una meraviglia silenziosa, semplice, ma capace di riempire il cuore.
E mentre il giorno scivola verso il tramonto, il giallo si tinge di arancio, poi d’ambra, poi si spegne lentamente nel blu della sera. Ma resta nell’anima, come il ricordo di qualcosa di vero e perfetto. Come quel campo splendente a Decontra, che ogni primavera si fa poesia.
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