Primavera nel Parco d’Abruzzo: la magia del parto di una cerva, colto per caso da un fotografo naturalista. È primavera, e nelle valli silenziose e nei boschi ancora freschi di rugiada del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, la natura si risveglia con tutta la sua potenza e delicatezza. È in questo periodo, soprattutto nella seconda metà di maggio, che passeggiando in montagna può capitare – a chi ha occhi attenti e passo lieve – di assistere a momenti tanto rari quanto preziosi.
È ciò che è accaduto a Pietro Santucci, fotografo naturalista e guida esperta, che da anni accompagna appassionati e curiosi alla scoperta della fauna e dei paesaggi d’Appennino. Durante una giornata di escursioni nei dintorni del lago di Barrea, in un tratto poco battuto e apparentemente anonimo, ha vissuto un incontro casuale quanto meraviglioso: una femmina di cervo, appartata vicino a un muro di pietra, stava dando alla luce il suo piccolo. Il video è visibile sul sito di La7.
Il miracolo della vita in diretta
Il momento è stato colto nel suo pieno svolgersi. Il parto, racconta Santucci, è durato circa un’ora. Inizialmente la cerva era in piedi, visibilmente tesa, mentre le esili zampette del cerbiatto iniziavano a fare capolino. Poco dopo, la madre si è accasciata nell’erba alta, protetta dai cespugli e dalla pietra. In un silenzio carico di emozione, la natura ha fatto il suo corso.
Appena nato, il piccolo è stato accolto dalla premura della madre, che ha iniziato a pulirlo con cura. Un gesto tutt’altro che casuale: eliminare ogni odore è una strategia essenziale per nascondere il neonato alla percezione degli eventuali predatori, come i lupi, sempre presenti nel parco. La cerva aveva scelto accuratamente quel luogo nascosto, non troppo lontano da zone antropizzate dove i grandi predatori tendono a non avvicinarsi.
I primi passi verso la vita
Nel giro di un quarto d’ora il cerbiatto, ancora incerto ma determinato, si è sollevato sulle sue fragilissime zampe. È un momento chiave nella vita di ogni erbivoro selvatico: riuscire a stare in piedi e a seguire la madre significa aumentare esponenzialmente le possibilità di sopravvivenza. Subito dopo, guidato dall’istinto e dall’amore della madre, si è avvicinato alle mammelle per la prima poppata.
Uno sguardo rispettoso
Le immagini e il racconto di Pietro Santucci restituiscono non solo un documento prezioso, ma anche un invito al rispetto. Non si tratta di una scena da “catturare”, ma di un evento da cui lasciarsi toccare. Un piccolo miracolo che ci ricorda quanto fragile e meraviglioso sia l’equilibrio naturale che ci circonda, e quanto importante sia proteggerlo.
La primavera in montagna è anche questo: non solo fioriture e cieli limpidi, ma incontri che parlano di vita, resistenza e speranza.
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