ADVERTISEMENT

Eventi a Milano. Visita alla mostra “Banksy”

Ecco la prima data di visite guidate alla mostra dedicata a Banksy, non ufficiale e non autorizzata dall’artista.

Gli street artists di oggi sono un fenomeno multiculturale mondiale. Uno degli aspetti che accomuna i graffiti writers di ieri (quegli artisti che a New York all’inizio degli anni Settanta tracciarono i primi segni con bombolette spray sulle pareti esterne della subway e successivamente sui muri delle stazioni di New York) e gli street artists di oggi è la loro origine multiculturale: i primi writers provenivano dai diversi quartieri di New York, che a loro volta erano popolati da comunità di diversa provenienza (i neri di Harlem, gli ispanici e gli italiani del Bronx e del Lower East Side). Non è un caso che l’effetto primario della loro espressione sia l’invenzione di una grafia nuova, che non esisteva, amalgama di molte grafie, da quella araba, a quella occidentale e asiatica. In questo panorama Banksy amplifica ed espande il carattere multiculturale dei writers, ai quali si era agli inizi formalmente ispirato; come gli street artists della sua generazione accentua il contenuto dei messaggi politici e sociali in maniera esplicita, anzi sposta radicalmente il messaggio dalla forma al contenuto. Nell’arte di Banksy troviamo elementi di riferimento anche più lontani, come la propensione allo sberleffo di stampo dadaista, ma soprattutto alla fusione di linguaggio e immagine. Le congetture sull’identità di Banksy sono molte e fantasiose: secondo alcune Banksy non esisterebbe ma si tratterebbe di un collettivo di artisti, per altri sarebbe un famoso musicista rock inglese, a un certo punto si è sentito dire che dietro Banksy ci fosse addirittura Damien Hirst. Ad oggi non si ha alcuna certezza sull’artista: è impossibile tracciarne la biografia nonostante in molti abbiano tentato di farlo. La figura di Banksy è oggi perciò avvolta in un alone di mistero che, per scelta e per necessità, si autoalimenta e definisce i tratti di un mito dei nostri tempi. Nei primi anni del Duemila Banksy è a Londra e comincia a farsi conoscere. In breve i muri della città si animano con i suoi personaggi ironici, pungenti, provocatori, irriverenti. È subito un fenomeno: la stampa parla di Banksy effect. I suoi stencils, immediati e ricorrenti come manifesti pubblicitari, appaiono ovunque, colpiscono al cuore, soprattutto le giovani generazioni: nel 2007 un sondaggio stabilisce che il suo lavoro rappresenta oramai un segno distintivo della città di Londra. La sua arte si manifesta come un’esplicita e aspra provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra, del consumismo. La sua protesta visiva coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico e ne fa uno degli artisti più conosciuti e amati dalle giovani generazioni. Queste non si interrogano troppo, come del resto l’artista stesso, su questioni quali complessità del linguaggio o implicazioni più o meno alte rispetto al dibattito artistico contemporaneo. A loro, e a lui, interessa la vita. Ma a fronte di questa empatia tra Banksy e un pubblico giovane e generalizzato, qual è la tendenza della critica e del mercato, fattore oggi più che mai determinante per l’arte contemporanea, nei confronti dell’artista inglese? La prima è divisa: tra favorevoli e contrari la maggior parte sembra essere in attesa di comprendere meglio quale possa essere la sua collocazione nella storiografia dell’arte. Reiterando le sue dichiarazioni d’amore per i graffiti, Banksy ha scritto delle parole che spesso vanno oltre una valutazione estetica (non sarebbe da lui) o un programma d’intenti, ma in cui si legge una presa di posizione decisa contro il sistema dell’arte contemporanea. Il mercato d’altro lato reagisce naturalmente in modo rapace e i lavori di Banksy cominciano a interessare i grandi mercanti e a entrare nelle case di collezionisti importanti e di tendenza. Se l’artista sembra voler continuare a resistere al virus dell’omologazione capitalista dell’arte, il valore delle sue opere è in crescita esponenziale costante, creando un corto circuito ulteriore intorno a Banksy, che si aggiunge a quelli che già avvolgono la sua figura quasi leggendaria. Questa mostra si articolerà attraverso quattro sezioni che portano ad una riflessione critica su quale sia (e quale potrà essere) la collocazione di Banksy in un contesto più generale della storia dell’arte. Attraverso 70 lavori (dipinti, sculture, prints) oltre a oggetti, fotografie e video, si illustrerà il lavoro dell’artista con uno sguardo retrospettivo, fornendo ai visitatori le chiavi di lettura dell’opera di Banksy attraverso un percorso a suo modo accademico e insolito, per la prima volta in un museo.

Visita guidata a cura di Alberto Marchesini.
Quota: 25 euro (visita guidata, biglietto d’ingresso, diritti di prenotazione, dispensa di approfondimento, radiocuffie).
Le disdette senza penali sono consentite entro 15 gg. lavorativi.
Per partecipare è necessario aderire all’Associazione Clessidra.
Per informazioni ed iscrizioni: 02.30.91.73.37 – 338.17.71.237 infoclessidra@libero.it
www.associazioneclessidra.it

Segui l’evento su facebook.

Data / Ora: 19/02/2019 15:15 - 17:15
Luogo:
Milan, MUDEC – Museo delle Culture
Categorie:

Sto caricando la mappa ....


Cerca altre storie interessanti nel sito

Ti potrebbe interessare anche

Next Post

Discussion about this event

Iscriviti al gruppo Viaggiando Italia

Partecipa anche tu! Iscriviti al gruppo Viaggiando Italia (gruppo ufficiale)

ADVERTISEMENT