Nel grande libro della tradizione gastronomica italiana, ogni regione racconta una storia a sé. In Romagna, questa storia si intreccia con quella delle azdore, le custodi di una cultura culinaria fatta di gesti antichi, farina, uova fresche e una tavola sempre pronta a ospitare. Tra le paste fresche più identitarie del territorio, i garganelli fatti a mano sono una piccola meraviglia, un esempio virtuoso di artigianalità e sapienza contadina.
Garganelli fatti a mano: un ricamo di sfoglia
I garganelli nascono da una sfoglia all’uovo tirata sottile, tagliata a quadretti. Pasta poi arrotolata diagonalmente attorno a un bastoncino, passando su un pettine di legno (una volta era il telaio per tessere la canapa) per ottenere le caratteristiche rigature. A differenza dei maccheroni, ai quali somigliano per la forma tubolare, i garganelli si distinguono per la leggera sovrapposizione della pasta al centro, segno distintivo della lavorazione manuale. La texture è pensata per trattenere al meglio i condimenti, sposandosi perfettamente con sughi ricchi e saporiti.
Un piatto, mille interpretazioni
Nel cuore della Romagna — da Imola a Cesena, da Ravenna a Faenza — i garganelli si trovano sulle tavole delle trattorie e nei menu delle osterie che celebrano la cucina del territorio. Le interpretazioni variano, ma alcuni abbinamenti sono diventati iconici. Tra questi spiccano i garganelli al ragù di cortile, con sugo di anatra o coniglio, oppure con la salsiccia e piselli, un classico intramontabile che racconta la semplicità rustica e l’autenticità della tradizione.
Non mancano versioni più raffinate: garganelli con tartufo nero di Brisighella, oppure con squacquerone e radicchio tardivo, in una fusione tra il dolce e l’amaro che conquista anche i palati più esigenti.
Oltre i Garganelli fatti a mano, Romagna da gustare
I garganelli sono solo una tessera del mosaico gastronomico romagnolo, un territorio che sa esprimersi con forza e delicatezza in cucina. Qui si incontrano la piadina IGP, le carni di Mora Romagnola, l’olio extravergine di Brisighella DOP, i formaggi come il Raviggiolo e lo Squacquerone, e una cultura vitivinicola che ha saputo reinventarsi, tra Sangiovese, Albana e Trebbiano.
I mercati contadini, le fiere gastronomiche e i ristoranti di territorio fanno da cassa di risonanza a una cucina fatta di materia prima e memoria. I garganelli, con il loro ritmo artigianale, sono la sintesi perfetta di tutto questo: un piatto che si fa rito, un gesto quotidiano che diventa patrimonio.
Dove provarli
Tra le soste consigliate, vale la pena citare La Campanara a Galeata, dove i garganelli vengono serviti con sughi di selvaggina in una cornice che sa di casa; oppure Osteria del Vicolo Nuovo a Imola, dove la pasta è fatta a mano ogni giorno sotto gli occhi dei clienti. E ancora, Trattoria Montepaolo sulle colline di Dovadola, dove il ragù di cortile è un’esperienza mistica.
I garganelli fatti a mano non sono solo una pasta. Sono un gesto lento in un mondo veloce, la Romagna che resiste all’omologazione, che difende la propria identità gastronomica con orgoglio e passione. Sono il gusto della tradizione che continua a parlarsi, ogni giorno, attraverso una forchetta.
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