La Sardegna si trova oggi a un crocevia di fondamentale importanza. Da un lato, l’urgenza di una transizione energetica che risponda agli imperativi globali di decarbonizzazione; dall’altro, la necessità di preservare quel patrimonio naturalistico e culturale che ne costituisce l’anima e il motore trainante di un settore turistico sempre più orientato alla sostenibilità.
La sfida che l’amministrazione regionale sta affrontando è quella di trovare una sintesi virtuosa tra produzione di energia pulita e valorizzazione del territorio, è con una visione programmatica dettagliata.
La Sardegna al lavoro per transizione energetica e tutela del paesaggio
L’isola si confronta con un quadro energetico peculiare, caratterizzato da emissioni pro capite storicamente elevate, che impongono un cambio di rotta deciso. In questo scenario si inserisce l’obiettivo nazionale di Burden Sharing, che assegna alla Sardegna un target di 6,2 GW di nuova capacità da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) entro il 2030.
Tale quota, sebbene significativa, trova giustificazione scientifica ed economica nel notevole potenziale eolico e solare dell’isola, che potrebbe tradursi in vantaggi competitivi e in un accesso a forme di energia a basso costo, cruciali per lo sviluppo economico.
Tuttavia, la prospettiva di un massiccio sviluppo di impianti ha generato diffuse preoccupazioni. A fronte dei 6,2 GW previsti, sono stati presentati progetti per circa 60 GW, alimentando il timore di una possibile compromissione del paesaggio.
Esperti rassicurano che l’effettiva realizzazione degli impianti necessari all’obiettivo 2030 comporterebbe un consumo di suolo inferiore allo 0,2% della superficie regionale, ma la sensibilità sul tema rimane alta. Particolarmente sentita è la voce degli operatori del turismo naturalistico, che hanno espresso allarme per quella che definiscono una “speculazione energetica”, invocando un approccio più cauto, partecipato e rispettoso delle specificità territoriali, affinché la transizione sia realmente ecologica e non meramente produttiva.
Turismo sostenibile in Sardegna
Parallelamente, la Sardegna assiste a una profonda evoluzione della domanda turistica. I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, a basso impatto ambientale, privilegiando un turismo “like a local” che valorizzi le comunità e le economie del posto.
Il trend consolida l’importanza di un turismo sostenibile, che in Sardegna trova terreno fertile grazie a itinerari meno battuti ma di straordinaria bellezza, come l’altopiano di Isili con il suo archeoturismo, le meraviglie naturalistiche dell’Ogliastra, il fascino del Trenino Verde o le proposte green della Gallura.
Queste alternative alla più nota Costa Smeralda non solo rispondono alle nuove esigenze dei visitatori, ma promuovono anche la destagionalizzazione e una distribuzione più equa dei flussi. Un ambiente preservato e una transizione energetica oculata possono, dunque, rafforzare ulteriormente l’attrattività dell’isola.
La Regione Sardegna, sotto la guida della presidente Alessandra Todde, ha delineato una strategia che mira a integrare le esigenze energetiche con la tutela del territorio e lo sviluppo turistico. Il Piano Regionale di Sviluppo (PRS) 2024-2029 pone la transizione energetica, l’ambiente, il paesaggio e lo sviluppo sostenibile tra i suoi pilastri strategici, con un approccio orientato alla misurazione degli obiettivi e all’assegnazione trasparente delle risorse.
Centrale in questo disegno è l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEARS). L’obiettivo è ambizioso: decarbonizzare, fornire energia a basso costo ai sardi e gestire la transizione in modo graduale, contemplando anche il ruolo del metano nella fase intermedia.
Per garantire un piano realmente condiviso, sono stati istituiti una cabina di regia politico-istituzionale e un gruppo di coordinamento tecnico che vede la partecipazione attiva di enti locali, associazioni ambientaliste, organizzazioni datoriali e sindacali, ordini professionali e il mondo accademico. Questo processo si affianca a strumenti normativi come la legge regionale sulle aree idonee all’installazione degli impianti e la futura costituzione di una Società Energetica Regionale.
A supporto di questa visione, la programmazione FESR 2021-2027 ha già attivato bandi specifici, stanziando, ad esempio, 30 milioni di euro per aiutare le Piccole e Medie Imprese nella loro transizione energetica. Un nuovo bando con stanziamento di 15 milioni di euro rimarrà accessibile fino a settembre, l’obiettivo in questo caso è l’espansione delle PMI in chiave sostenibile.
Verso un futuro più green
La transizione energetica, se ben governata, può dischiudere significative opportunità per l’isola. La promozione di comunità energetiche e forme di azionariato diffuso rappresenta un modello per coinvolgere direttamente i cittadini nei benefici della produzione rinnovabile, contribuendo anche alla riduzione dei costi in bolletta, ulteriormente favorita dall’introduzione di tariffe zonali per l’energia.
Sul fronte occupazionale, si prospetta la nascita di nuove filiere produttive e green jobs, che spaziano dalla manifattura e installazione degli impianti alla loro manutenzione, fino a figure professionali inedite legate alla sostenibilità e alla gestione dei dati energetici. Un’infrastruttura come il Tyrrhenian Link, il cavo sottomarino che collegherà la Sardegna alla Sicilia e al continente, sarà cruciale per garantire la stabilità della rete e ottimizzare i flussi di energia rinnovabile, facilitando lo smantellamento delle centrali a carbone.
La gestione degli impianti futuri dovrà seguire criteri rigorosi nella definizione delle aree idonee, attraverso attente valutazioni di impatto ambientale, paesaggistico e acustico, senza trascurare la pianificazione dello smantellamento a fine vita e del riciclo dei componenti, che oggi raggiunge percentuali elevate.
La Sardegna si appresta quindi a scrivere un capitolo cruciale della sua storia. La transizione energetica non è solo una necessità, ma può trasformarsi in un potente motore di innovazione e sviluppo sostenibile, a patto che sia guidata da una visione equilibrata e lungimirante.
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