Il Molise e i suoi dialetti antichi. Il Molise, regione di confine e di passaggi, conserva nel silenzio delle sue valli e dei suoi borghi un patrimonio linguistico tra i più affascinanti e rari d’Italia. In alcuni piccoli paesi si parlano ancora antichi idiomi, testimoni di una storia fatta di migrazioni, isolamento e tenace memoria. Visitare questi luoghi significa immergersi in comunità dove le parole raccontano un passato vivo, tra tradizioni custodite e paesaggi autentici.
Acquaviva Collecroce (Živavoda Kruč)
Incastonato tra le colline che guardano il mare Adriatico, Acquaviva Collecroce. Qui si parla ancora l’antico croato, portato dagli esuli che nel XV secolo fuggirono dall’invasione ottomana. Passeggiare tra i vicoli del borgo significa ascoltare voci che custodiscono un’eredità secolare, tra canti, proverbi e preghiere nella lingua degli antenati. Interessante la festa di San Michele, che unisce rito cattolico e memoria arbëreshë. Da non perdere le specialità locali come la pizza dolce e i piatti a base di erbe spontanee.
Montemitro (Mundimitar)
Un altro scrigno della cultura linguistica è Montemitro, piccolo e appartato, arroccato su un colle che domina la valle del Trigno. Qui l’antico dialetto croato è ancora la lingua del quotidiano e si trasmette di generazione in generazione. Il paese ospita iniziative per valorizzare la lingua e la cultura tradizionale, come serate di poesia e musica popolare. L’ospitalità è semplice e autentica, con un’ottima cucina che propone pietanze a base di legumi e sapori della terra.
San Felice del Molise (Filić)
San Felice è un borgo che, con orgoglio, tiene viva la propria identità, conservando l’antico croato. L’antica parlata risuona ancora nei dialoghi quotidiani e nelle feste tradizionali. Qui la comunità si stringe attorno alle celebrazioni religiose, alla musica e al folklore, offrendo al visitatore un’esperienza ricca di autenticità. Il centro storico, con le sue case in pietra e le stradine strette, invita alla scoperta lenta e alla contemplazione del paesaggio circostante.
Ururi (Rùri)
Appena nell’entroterra, Ururi è uno dei centri arbëreshë più vivaci culturalmente. Qui operano gruppi folklorici e associazioni che promuovono eventi in lingua arbëreshë, per esempio la celebre Carrese del “Sacro legno della Croce” il 3 maggio, con carri trainati da buoi in gara tra fazioni. La parlata e la cultura albanese sono mantenute vive anche grazie allo Sportello Linguistico Regionale.
Portocannone (Portkanuni)
Ricostituito nel 1461 da esuli arbëreshë su un insediamento abbandonato dal terremoto del 1456, Portocannone conserva ancora oggi la parlata arbëreshë e organizza riti folklorici particolari. Tra questi spicca la “Carrese”, una corsa sacra di carri trainati da buoi all’indomani della Pentecoste. Lo sportello linguistico locale aiuta a mantenere vivo l’idioma e la cultura .
Montecilfone (Munxhufuni)
Montecilfone è un altro centro arbëreshë di fondazione post-sismica del XV secolo. La lingua albanese si parla ancora e la comunità partecipa attivamente a progetti di valorizzazione culturale coordinati dallo Sportello Linguistico Regionale. La tradizione orale del canto popolare è viva, come confermato da raccolte di cantautorato arbëreshë che includono testi anche di Montecilfone .
Un tassello in più: Campomarino, Ururi, Portocannone e Montecilfone
Questi quattro borghi formano oggi l’unica minoranza arbëreshë ancora attiva in Molise, con circa 13.000 parlanti distribuiti tra le comunità di Campomarino, Montecilfone, Portocannone e Ururi (ifg.uniurb.it). Ognuno mette in scena i suoi riti, le sue canzoni e le sue iniziative culturali, creando una rete vivace per la trasmissione linguistica e l’identità etno-culturale .
Castelnuovo al Volturno
Spostandosi verso l’Appennino molisano, Castelnuovo al Volturno custodisce un dialetto che conserva tracce del latino popolare e influssi longobardi, un idioma modellato nei secoli dall’isolamento geografico e dalla storia. Il paese è noto anche per il Gl’ Cierv (il cervo), un antico rito carnevalesco che rievoca miti e leggende pagane. Un’occasione per conoscere una comunità legata al bosco e alle sue tradizioni.
Cercemaggiore e l’Alto Fortore
Nell’entroterra del Molise, in paesi come Cercemaggiore e nei borghi del Fortore, resistono dialetti che si distinguono per arcaismi e peculiarità fonetiche. Qui il linguaggio è lo specchio di una cultura contadina ancora viva, che si esprime anche nei gesti del lavoro e nei ritmi delle stagioni. Il territorio è ricco di testimonianze storiche, come eremi, chiese rurali e antichi mulini.
Un viaggio nel Molise dei dialetti antichi, tra parole, memoria e paesaggi
Visitare questi paesi significa andare oltre la cartolina e scoprire un Molise intimo, dove la lingua è il filo che lega passato e presente. È un invito a lasciarsi guidare dai suoni antichi di un’Italia nascosta, tra montagne, colline e silenzi carichi di storie. Un itinerario perfetto per chi cerca autenticità e un contatto profondo con l’anima di un territorio.
Itinerario nel cuore linguistico del Molise per scoprire i dialetti antichi
Giorno 1: La cultura tra colline e Adriatico
Partenza da Termoli (facile da raggiungere in treno o auto, punto di appoggio con strutture ricettive)
→ Acquaviva Collecroce (Kruč) — 28 km, circa 35 min
Passeggiata nel borgo, visita alla chiesa madre, chiacchierata con gli abitanti per ascoltare l’antico idioma.
→ San Felice del Molise (Filić) — 15 km, circa 20 min
Sosta per il pranzo (consigliati piatti tradizionali come pasta fatta in casa e agnello al forno), visita al centro storico e al piccolo museo della cultura arbëreshë (se aperto).
→ Montemitro (Mundimitar) — 9 km, circa 15 min
Visita al borgo e al belvedere sulla valle del Trigno. Pernottamento possibile in agriturismo o rientro a Termoli.
Giorno 2: Verso l’interno, tra montagne e memoria
Partenza da Termoli o Montemitro
→ Cercemaggiore — 65 km, circa 1h15
Passeggiata tra le antiche stradine, visita al Santuario della Madonna della Libera, ascolto del dialetto locale tra i residenti più anziani.
→ Castelnuovo al Volturno — 70 km, circa 1h30
Immerso nell’Appennino molisano, il borgo offre uno scenario spettacolare e la possibilità di esplorare i boschi vicini. Consigliata una sosta per il pranzo a base di piatti di montagna, come polenta e funghi.
Mappa e percorso per scoprire il Molise e i suoi dialetti antichi
Percorso totale indicativo: circa 190-200 km
Consigliato usare un’app come Google Maps o un navigatore, impostando questo ordine di tappe:
Termoli → Acquaviva Collecroce → San Felice del Molise → Montemitro → Cercemaggiore → Castelnuovo al Volturno
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