Esiste un momento magico in cui la terra sembra fermarsi e il cielo diventa il protagonista assoluto della notte. È quello che ha saputo catturare Antonio Carosella con il suo scatto “Osservatori di stelle…”, una fotografia che trasforma Montenerodomo in un palcoscenico cosmico.
L’immagine mostra un paesaggio notturno di rara suggestione: una piccola auto bianca parcheggiata su un pendio erboso, accanto a un maestoso pino solitario che si staglia contro il cielo stellato. Sopra di loro, l’Orsa Maggiore brilla con le sue sette stelle più luminose, facilmente riconoscibili nella configurazione del Grande Carro, mentre il crepuscolo sfuma dal blu profondo dell’oscurità al verde tenue dell’orizzonte montuoso.
La magia di Montenerodomo
Montenerodomo, piccolo borgo della provincia di Chieti arroccato a 1.165 metri di altitudine su una cresta rocciosa delimitata da due valli, offre una posizione privilegiata per l’osservazione del cielo stellato. Situato nel cuore del Parco Nazionale della Maiella, questo grazioso comune montuoso è uno di quei luoghi dove la notte è ancora “vera”, grazie al basso inquinamento luminoso che caratterizza l’Abruzzo.
Il territorio, ricchissimo di risorse storiche e naturalistiche, conserva le vestigia dell’antica città romana di Juvanum e porta con sé il peso della storia: durante la Seconda Guerra Mondiale, trovandosi lungo la linea Gustav, fu quasi totalmente distrutto nell’inverno del 1943. Oggi, ricostruito con fatica e determinazione, vive di turismo e si offre come rifugio per chi cerca l’infinito.
L’Orsa Maggiore: guida celeste
La costellazione dell’Orsa Maggiore che domina la fotografia di Carosella è probabilmente la più riconoscibile dell’emisfero settentrionale. Con le sue sette stelle principali – Benetnash (Alkaid), Mizar, Alioth, Megrez, Phecda, Merak e Dubhe – forma l’asterismo del Grande Carro, visibile tutto l’anno nelle notti boreali.
Gli antichi Romani chiamavano queste stelle Septem Triones, i Sette Buoi, descrivendo il loro lento movimento rotatorio attorno alla stella polare. Da questa denominazione deriva la parola “settentrione”, che indica il nord proprio come fanno le stelle dell’Orsa Maggiore.
L’osservazione dell’Orsa Maggiore è particolarmente favorevole da aprile a giugno intorno alle 21:00, periodo in cui la costellazione si trova alta nel cielo, rendendo lo spettacolo ancora più affascinante per chi, come gli “osservatori di stelle” della fotografia di Carosella, decide di fermarsi a contemplare l’immensità celeste.
La poesia dell’attesa
Guardando questa immagine, si percepisce un senso di quiete e attesa. L’auto e l’albero diventano compagni silenziosi di un momento di contemplazione cosmica, testimoni immobili del passaggio del tempo terrestre mentre le stelle seguono il loro eterno percorso. La scelta compositiva del fotografo – con il paesaggio terrestre che occupa la parte inferiore dello scatto e il cielo stellato che domina la scena – invita lo spettatore a perdersi nell’infinito, a sentirsi piccolo e allo stesso tempo parte di qualcosa di immensamente grande.
Antonio Carosella, fotografo abruzzese con una riconosciuta esperienza nel catturare la bellezza del paesaggio, ha saputo trasformare un semplice momento notturno in un’opera d’arte che celebra il rapporto tra uomo e cosmo. Come già dimostrato con altri suoi scatti astronomici, come quello delle galassie sopra l’Osservatorio di Campo Imperatore, Carosella possiede la capacità di bilanciare scienza e poesia, creando immagini che sono allo stesso tempo documentazione naturalistica e invito al sogno.
Un cielo da custodire
L’Abruzzo, con il suo impegno a mantenere basso l’inquinamento luminoso, si conferma come una delle regioni italiane dove è ancora possibile ammirare un cielo stellato di qualità. Il Parco Nazionale della Maiella, in particolare, offre numerose opportunità per escursioni notturne e osservazioni astronomiche, rendendo luoghi come Montenerodomo destinazioni ideali per l’astroturismo.
La fotografia “Osservatori di stelle…” di Antonio Carosella non è solo un documento visivo di grande bellezza: è un invito a rallentare, a fermarsi come quell’auto solitaria sul pendio, e a riscoprire il cielo sopra di noi. Sotto la guida luminosa dell’Orsa Maggiore, ogni stella diventa un piccolo faro di sogni, ogni costellazione un invito a esplorare ciò che è oltre la nostra percezione quotidiana.
In un’epoca in cui le luci artificiali cancellano sempre più la visione del cielo notturno, immagini come questa ci ricordano quanto sia prezioso il buio naturale e quanto sia importante preservarlo. Montenerodomo, con le sue creste rocciose rivolte verso l’infinito, continua a offrire questo dono: un cielo dove le stelle ancora danzano liberamente, osservate da chi ha il coraggio di fermarsi e alzare lo sguardo.




























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